/ Attualità

Attualità | 04 luglio 2022, 10:51

Long Covid’: allarme anche nei bambini, i dati del primo studio italiano condotto anche da un medico di Asl 1

Lo studio condotto in collaborazione tra il Dott. Gianfranco Trapani (ASL1 -Imperia distretto di Sanremo), il Prof. Enrico Bertino e la Dott.ssa Giulia Maiocco (Città della Salute e della Scienza, Università di Torino), il Prof. Vassilios Fanos (Università di Cagliari) ed il Prof. Giuseppe Verlato (Università di Verona)

Long Covid’: allarme anche nei bambini, i dati del primo studio italiano condotto anche da un medico di Asl 1

Bambini e adolescenti superano l’infezione acuta da Sars-CoV-2 con una sintomatologia spesso lieve o addirittura assente. Molti di loro non giungono perciò all’attenzione del pediatra, ed eventuali sintomi che si presentano a distanza dalla fase acuta possono non essere correttamente riconosciuti dai genitori né associati al Covid.

Lo studio condotto in collaborazione tra il Dott. Gianfranco Trapani (ASL1 -Imperia distretto di Sanremo), il Prof. Enrico Bertino e la Dott.ssa Giulia Maiocco (Città della Salute e della Scienza, Università di Torino), il  Prof. Vassilios Fanos (Università di Cagliari) ed il Prof. Giuseppe Verlato (Università di Verona), ha valutato su 8 regioni italiane più di 650 bambini che si sono ammalati di COVID tra ottobre 2020 e giugno 2021: il 24% della popolazione pediatrica che ha superato la fase acuta del
Covid con sintomi lievi o assenti soffre di disturbi correlati all’infezione da Sars-CoV-2 a distanza di almeno 2 mesi dalla guarigione, e fino a 9 mesi dalla stessa. Aver sviluppato sintomi in fase acuta aumenta significativamente il rischio di 'Long Covid', portandolo dall’11,5% al 46,5%, mentre l’aver malattie concomitanti (asma, rinite allergica, ecc.) non causa nessun rischio aggiunto.

Appena pubblicati sull’Italian Journal of Pediatrics, i dati dello studio – il primo del genere in Italia – confermano e consolidano il valore delle raccomandazioni espresse dalla Società Italiana di Pediatria dalla Federazione Italiana Medici Pediatri, e da altre Società Scientifiche Pediatriche: bambini e adolescenti che hanno contratto il Covid, anche se in modo lieve, devono essere monitorati dai genitori e in caso di comparsa di sintomi vanno sempre visitati e valutati dal pediatra di famiglia. I sintomi più frequentemente lamentati dai piccoli pazienti sono stati, nell’ordine: affaticamento (7%), problemi di natura neurologica – difficoltà di concentrazione, sensazione di annebbiamento e cefalea – (6,8%) e sintomi respiratori (6%).

L’incidenza di 'Long Covid' è quasi raddoppiata nei bambini più grandi e negli adolescenti rispetto ai più piccoli, passando dal 18,3% (0-5 anni) al 21,3% (6-10 anni), fino ad arrivare al 34,4% di rischio (11-16 anni). Nella fascia di età maggiore ai sintomi più tipici si possono associare ansia, agitazione, disturbi del sonno e del comportamento. L’unico tipo di patologia 'Long Covid' che si riscontra più frequentemente nella prima infanzia è quella respiratoria, con l’11,4% di rischio nella fascia 0-5 anni contro il 3,8% dopo i 6.

Come sottolineano gli autori dello studio, i risultati confermano l’importanza della vaccinazione in età pediatrica come strumento di prevenzione, anche dall’insorgere di patologia da 'Long Covid'; questo dato è particolarmente rilevante in considerazione dell’aumento dei contagi che stiamo attualmente osservando.

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A APRILE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore|Premium