Coldiretti Informa - 29 luglio 2022, 13:37

Inflazione, Coldiretti: “La siccità porta il costo del cibo a un +9,6%”

Sale a 9 miliardi la spesa alimentare delle famiglie italiane

Inflazione, Coldiretti: “La siccità porta il costo del cibo a un +9,6%”

Dall’analisi sui dati Istat relativi all’inflazione a luglio rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, è emerso che la siccità e il conseguente taglio dei raccolti spinge l’inflazione nel carrello della spesa alimentare con un aumento complessivo del +9,6% tra prodotti freschi, come frutta e verdura, e lavorati, in una situazione già difficile per i rincari legati alla guerra.

“L’aumento dei prezzi – spiegano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, Delegato Confederale – costerà nel 2022 alle famiglie italiane quasi 9 miliardi di euro soltanto per la spesa alimentare. Frutta e verdura, infatti, quest’anno costeranno complessivamente alle famiglie dello Stivale 1,97 miliardi in più. Tali categoria alimentare, infatti, precede sul podio sia pane, pasta e riso, che vedono un aggravio di 1,65 miliardi, che carne e salumi, per i quali si stima una spesa superiore di 1,54 miliardi rispetto al 2021”. Un quarto posto, quello tristemente guadagnato in questo scenario da frutta e verdura, legato a una spesa di 0,92 miliardi, seguita a sua volta da latte, formaggi e uova (0,78 miliardi), pesce (0,77 miliardi), olio, burro e grassi (0,59 miliardi). “Quest’ultima categoria agroalimentare – continuano Boeri e Rivarossa – è quella che ha visto correre maggiormente i prezzi nei primi sei mesi del 2022. Si tratta di un dato particolarmente allarmante anche per la Liguria, da sempre particolarmente votata all’olivicoltura e alla produzione di olio, specialità che la rende nota in tutto il mondo”.

Se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare, a partire dalle campagne. Secondo il CREA, infatti, l’11% delle aziende agricole nazionali versano in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, mentre circa il 30% del totale nazionale si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo, per effetto dell’aumento dei costi di produzione. “Occorre lavorare per dar vita a degli accordi di filiera tra imprese agricole e industriali, con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi, che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni” concludono il Presidente ligure e il Delegato confederale.

C.S.

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