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Al Direttore | 11 settembre 2022, 09:40

Speranze e delusioni in Liguria durante la conquista francese dal 1792 al 1797

Il racconto di Pierluigi Casalino

Speranze e delusioni in Liguria durante la conquista francese dal 1792 al 1797

Nel 1794, nel pieno della polemica anti giansenista, nuovi motivi di contrasto tra conservatori e innovatori si andarono sviluppando in Liguria, intrecciandosi con le ondate rivoluzionarie. Il tutto mentre un giovane enfant prodige di nome Nicolò Paganini infiammava gli animi di ammirazione con il suo estro violinistico da Genova a Nizza. Ai primi di giugno di quello stesso anno la Liguria diventava zona di operazioni per le truppe austriaco-piemontesi e per quelle francesi. I coalizzati dopo aspri combattimenti si insediavano a Vado e Savona provenienti da Nord, mentre i transalpini si stabilivano tra Loano e Finale, provenienti da Ponente, dove nel 1792 avevano cercato di occupare Oneglia dal mare per non offendere la neutralità genovese, bombardandola (nella circostanza Napoleone fece vendere le statute del Duomo e le truppe francesi si resero protagoniste di saccheggi, ruberie e violenze nei confronti della popolazione locale); in precedenza il generale Massena e Napoleone, che all'epoca era a lui sottoposto, erano accampati a Perinaldo, territorio sabaudo appartenente alla Contea di Nizza.

Da Ventimiglia a La Spezia gli echi del 1789 inizialmente non avevano turbato più di tanto le genti del posto, amando i liguri la tranquillità. Le armate rivoluzionarie erano però temute per i loro eccessi e così fu prevalentemente; nel 1794 i francesi erano rimasti padroni di Oneglia, dopo aver sostato brevemente a Sanremo, cessando tuttavia abbastanza presto di commettere soprusi e installandovi un commissario nella persona di Filippo Buonarroti di idee educative e socialiste. L'Armée si attestava in seguito su posizioni fortificate presso il promontorio della Caprazoppa.

A Loano, nel 1795, i francesi riportavano un nuovo grande successo sugli austro-piemontesi. Nella primavera del 1796 il Direttorio francese ordinava a Moreau e Jourdan di puntare su Vienna e attaccare il nemico sul Reno e sul Danubio. Al generale Bonaparte venne affidata una manovra diversiva in Italia:  Bonaparte  si scagliava sulla direttrice Genova-Torino degli austro-piemontesi e li sbaragliava in molti punti, fino a che il 27 aprile 1796 Vittorio Amedeo III fu costretto a firmare l'armistizio a Cherasco. Con la pace di Parigi del 15 maggio dello stesso anno il Piemonte cedette Nizza e Savoia alla Francia e in Liguria avanzarono le posizioni democratiche.

I Serenissimi di Genova accordarono nel frattempo  un prestito ai francesi di sei milioni in cambio della assicurazione che Oneglia e Loano non sarebbero state mai più restituite al Piemonte e invece integrate nel dominio genovese. La Superba si impegnava inoltre a liberare tutti i prigionieri politici liguri accusati di simpatie per la causa democratica. La gioia degli innovatori e dei patrioti, anche di Genova e della Liguria, durò poco, peraltro, perché Napoleone con il Trattato di Campoformio del 1797 cedeva Venezia all'Austria e successivamente si annetteva la nostra regione e l'Italia. Alla caduta del Bonaparte, il Congresso di Vienna inglobava tutta la Liguria al Regno di Sardegna.

Pierluigi Casalino

Redazione

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