Al Direttore - 22 gennaio 2023, 08:37

La viabilità in Liguria prima e dopo l'avvento di Roma ovvero l'anima del mito

Aspetti noti e meno noti di un'epopea unica nel suo genere

La viabilità in Liguria prima e dopo l'avvento di Roma ovvero l'anima del mito

Lo storico greco Posidonio di Rodi, che abbiamo ricordato in una precedente nota, scrive dell'esistenza di un percorso viario, che interessava la costa ligure fin dal I secolo a.C., partendo da dall'odierna Piacenza per arrivare a Marsiglia.

Si trattava di una via, abbiamo già detto, conosciuta come via Heraclea, in onore di Eracle (il latino Ercole) e che lo stesso eroe ellenico avrebbe tracciato durante il suo ritorno dall'isola Erizia, sulle sponde atlantiche dell'Iberia, dopo la sua decima fatica che si perfezionò con la cattura, della mandria di buoi di Gerione. La via Heraclea, infatti, univa l'Italia all'Iberia, attraversando le terre dei Celtoliguri.

Come narra poi Apollonio Rodio, anche Giasone con gli Argonauti, vagando dalle foci del Rodano, grazie all'aiuto di Era (la Giunone dei latini), sarebbe passato senza problemi "tra i popoli Celti e Liguri fino all'Etruria verso la terra di Ausonia (uno dei nomi antichi della Penisola) e oltre le isole abitate dai Liguri, chiamate Stecade, per la loro disposizione in fila"(oggi note come le isole di Hyeres). Dalle parti di Marsiglia, come abbiamo anche in questo caso ricordato, la via Heraclea attraversava la zona dove, secondo il mito, sarebbe avvenuta la celebre battaglia tra Ercole e i Liguri: i cosiddetti Campi Lapidari, per le pietre che Zeus fece piovere sui Liguri a protezione di Ercole. Superato questo evento, Ercole si riposo' nell'attuale Monaco che dall'eroe prese il nome di Porto Ercole.

A dire il vero non si è mai trovata traccia sulla Rocca di un tempio dedicato ad Ercole, ma la particolarità esoterica e geomagnetica dell'area fece sì che nel luogo (la Turbia), in ricordo di qualcosa del genere, venisse celebrata con un monumento la gloria e delle vittorie dell'imperatore Ottaviano Augusto, mentre a Roma si festeggiava Ercole invitto. Ritornando ad Ercole, va detto che il semidio raggiunse la valle del Roia, muovendo dall'Alpe Summa (cioè la Turbia e dintorni) e poi l'Intemelia e Seborga, passando  dal matuziano Monte Bignone, per dirigersi in direzione del Locus Burmani, nell'odierno dianese, e spingersi a seguire all'Ingauna e a Vada Sabazia. È facilmente credibile inoltre che in memoria del passaggio mitico di Ercole sulla collina delle Maure, si tramandasse che sorgeva in loco un faunum in pietra in prospettiva di Porto Ercole ( Portus Hercules Monoeaci)e la vicina Turbia. Non è un caso che sulla medesima collina si trovasse una cappella dedicata al culto di San Cristoforo che, dopo l'arrivo del Cristianesimo, aveva preso i caratteri di Ercole, data la sua mole fisica: e la figura di San Cristoforo che trasporta il bambino discende parzialmente da quella di Ercole che porta in braccio Eros.

Sarà peraltro l'avvento di Roma a perfezionare la qualità della viabilità in Liguria con opere di grande valore. E ciò anche per evitare che si incontrassero difficoltà nei tratti trasversali e soprattutto per evitare le eventuali incursioni dei pirati. Ciò nonostante la sicurezza del transito sia terrestre che via mare assicurata dal genio di Roma restò in vigore quasi fino oltre la caduta dell'impero d'Occidente. Un'altra curiosità legata all'impresa di Ercole e alla via Herculea è legata invece al posizionamento sul territorio del Var e su quello intemelio di altari del culto di San Lorenzo, che rilevarono quelli di San Romano, il cui significato si assimilava a "smisurato" e "uomo dalla grande stazza e statura", che pressoché certamente sì riferiva in antico a Ercole, dal momento che la Chiesa festeggia tuttora il 12 agosto Sant'Ercole, dopo aver celebrato il 9 agosto San Lorenzo. Così come non è inverosimile che il nome San Romano si accosti a Roman, che nelle parlate della val Nervia si trasforma in Ruma'n e in quelle della valle Argentina Roma'n. D'altronde nel pantheon celtoligure, ancora prima dell'arrivo dei greci della Focide a Marsiglia (cioè i Massalioti), il nome della divinità latina, poi cristianizzata e identificata in un santo nel tempo, diventando Remu (Sanremo, la città "protetta" da San Romano, divenuto San Romolo) in una particolare sovrapposizione di Roma'n con Romu e in un intreccio tra il gallico e il grecolatino: è anche qui il caso di ricordare che gli Arabi chiamavano Rumi i cristiani delle coste liguri e provenzali e in genere tutti i cristiani delle Crociate, e persino se stessi (soprattutto i Turco-ottomani), come discendenti della gloria di Roma e appartenenti al suo mondo. In proposito il poeta sufi musulmano di Baghdad Ibn al Rumi, nipote di Giorgio il Greco, e molti esponenti e intellettuale araboturchi si rifacevano, nel nome, a Roma e al significato magniloquente di Roman, ormai esteso dalla via Herculea o Heraclea in tutto il Mediterraneo.

La struttura non soltanto burocratica dell'impero d'Oriente si era di fatto trasferita in quella ottomana: le scorrerie saracene e in seguito turco barbaresche erano, in ogni caso, considerate un ritorno a casa da quei pirati. E la memoria di Romano, legionario con il gladio e vestito della lirica, con in mano la palma del martirio, mista con quella di San Cristoforo con il Bambino e dell'eroe Ercole con Eros, si conservò a tutto il XV secolo nell'intemelio e in una certa misura in tutta la Liguria di Ponente. Tant'è che San Romano, soldato, è stato eletto insieme a Santa Devota compatrono di Monaco e a Mentone, ma anche a Dolceacqua e Camporosso, dove tuttavia il nome di San Romano è stato sostituito stranamente da quello di Papa Gregorio Magno, confondendo il più antico San Romano con un Romano dalmata, sacrestano del grande pontefice e elevando tale grandezza a sinonimo delle antiche glorie celebrate con Ercole e San Romano. C

osì va il mondo anche in Liguria quindi: una Liguria che lego' così fortemente le proprie sorti al nome di Roma, sempre nel ricordo della decima fatica di Ercole e del suo passaggio sulla via Herculea, al termine della quale il semidio incontrò Evandro, re dei Latini, sul Palatino. E a Roma evocavano la presenza di Ercole in Italia, proprio in rapporto alla sua provenienza dalle terre dei Liguri successivamente alla cattura della mandria dei buoi di Gerione. I templi dedicati ad Ercole come protettore degli agricoltori e della vita dei campi ben si sposava del resto con le tradizioni leggendarie risalenti alla Liguria e in particolare al suo estremo Ponente, da cui partiva la via per l'Italia. 

Casalino Pierluigi 

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Telegram Segui il nostro giornale anche su Telegram! Ricevi tutti gli aggiornamenti in tempo reale iscrivendoti gratuitamente. UNISCITI

Ti potrebbero interessare anche:

SU