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Politica | 09 maggio 2023, 07:11

Imperia al voto, la 'Generazione X' ha già perso (il punto)

Apertura delle urne sempre più vicina, in attesa di sapere chi ha vinto un'intera generazione appare già sconfitta

Imperia al voto, la 'Generazione X' ha già perso (il punto)

In queste ore assistiamo alle ultime schermaglie politico-elettorali, con i candidati all'affannosa ricerca dell'ultima decisiva preferenza, secondo quel rituale che pur cambiando i tempi non cambia mai, perché, alla fine, le regole della politica son sempre le stesse.

Le date del voto sono, infatti, sono sempre più vicine e l'attesa per sapere chi vincerà diventa spasmodica. Un risultato, però, lo conosciamo già: se non sappiamo chi ha vinto sappiamo chi ha perso. Sconfitta,  quantomeno, a Imperia, è la 'Generazione X', quella dei nati tra la seconda metà degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta, relegata, anche questa volta, al ruolo di mera comparsa.

Non si offenda nessuno perché è un dato di fatto.

I registi, quelli che tirano le fila, sono palesemente ancora coloro che sono appellati "baby boomers", ovvero i nati tra l'immediato dopo guerrra e i primi anni Sessanta. Quelli che, quando erano giovani, furono capaci di scalzare, non senza difficoltà, va detto, i più vecchi dai ruoli di comando. Capacità che è mancata ai politici della Generazione X pur non essendo mancate nel tempo le occasioni. Una generazione che non ha mai saputo forzare la mano, rompere le egemonie di chi c'era prima, spezzare quei taciti accordi trasversali tipici dei 'boomers' senza neppure essere in grado di riproporli in una veste aggiornata.

Una generazione che ha trovato molto più comodo legarsi a politici navigati, capi corrente, soggetti di riferimento di interessi più vari, anziché mettersi in gioco. Ha preferito garantire sé stessa piuttosto che provare a garantire un futuro alla città.

Ad onor del vero, qualcuno, negli anni, ci ha provato: ma, o ha finito per rimanere isolato in nobili quanto sterili battaglie donchisciottesche, oppure è rimasto vittima di se stesso, incapace di allargare e far fruttare il consenso che la città gli aveva comunque riconosciuto.

Una generazione comunque "strutturata" perché è l'ultima cresciuta all'ombra della politica della prima Repubblica, quando c'erano ancora i partiti, con tutti i loro difetti, quando c'erano, però, anche gli ideali. Una generazione che, pur avendo qualche strumento, non ha, appunto, saputo osare, e che oggi, seppur apparentemente presente, lo è, o in ruoli di estremo subordine, in ogni latitudine politica, oppure in quanto "pescata" dalla società civile tra chi, nella vita, ha sempre fatto dell'altro.

L'epoca dei baby boomers è, prima o poi, destinata giocoforza a finire. Chissà se quando ciò accadrà per la Generazione X ci sarà ancora tempo, ancora voglia, e finalmente quel coraggio che finora non abbiamo quasi mai visto.

Chissà, soprattutto se ci sarà ancora tempo. Perché, prima o poi anche i Millennials, per quanto pochi e sovente distanti dalla politica, si prenderanno la scena. E c'è pure il rischio che questi ultimi i consigli e il "mestiere" li prendano dai nonni più che dai padri della perdente Generazione X.

Diego David

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