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Al Direttore | 09 giugno 2023, 10:51

Monesi: a quasi 7 anni dall'alluvione Rinaldo Sartore torna a parlare dei problemi della frazione di Mendatica

I raffronti con l'Emilia Romagna

Monesi: a quasi 7 anni dall'alluvione Rinaldo Sartore torna a parlare dei problemi della frazione di Mendatica

“A poco meno di sei anni e mezzo (2.340 giorni circa) da quel fatale novembre 2016, quando anche Monesi di Mendatica, nel suo piccolo ebbe la sua ‘bomba d’acqua’, acquedotto e rete fognaria sono ancora a secco. Per non parlare della messa in sicurezza della frazione di Mendatica la cui tempistica è ancora misteriosa. Nel frattempo l’economia di tutto il comprensorio è miseramente trapassata: Walter Gandolfo, noto e apprezzato maestro di sci, titolare di una delle strutture alberghiere più radicate sul territorio, l’albergo Ristorante ‘Da Settimia’ dopo 70 anni di attività, ultimo di una lunga serie, ha dovuto prendere l’amara e sofferta decisione di chiudere i battenti nonostante gli ammirevoli sacrifici profusi negli ultimi sei anni, coadiuvato dalla sua compagna Giovanna”.

Sono le parole di Rinaldo Sartore, noto attivista per la frazione di ‘Monesino’, da 7 anni di fatto ‘bloccata’ dalla paleofrana che l’ha colpita in occasione dell’alluvione di quel mese di novembre.

“La paleofrana – prosegue Sartore - arcinota a tutti i geologi locali, non ha impedito al comune di Mendatica di rilasciare licenze edilizie, così come la innegabile paleofrana non ha bloccato l’approvazione del progetto e la successiva realizzazione della centrale idroelettrica Tanarello spazzata via non dalla paleofrana, ma dal probabile crollo di una diga posticcia formatasi  a monte del ponte sul Rio Bavera. I responsabili sarebbero cambiamenti climatici e consumo di suolo. I cambiamenti climatici sarebbero causati dalla eccessiva quantità di Panda in circolazione; ne consegue che, con il consumo di suolo, i responsabili saremmo noi cittadini-contribuenti. Il sottoscritto si prende la gravissima libertà di dissentire: posto che in Emilia Romagna, come nel resto del paese, le alluvioni sono sempre le stesse, più o meno, ma i danni sono sempre più ingenti, si chiede: di quanto si sono alzati i letti dei fiumi grazie ai divieti imposti, di effettuare qualsiasi intervento di pulizia nei corsi d’acqua? Di quanto è diminuita la portata di tutti i corsi d'acqua? Chi pulisce i boschi allo scopo di evitare che milioni di tronchi e rami di alberi siano trascinati a valle dalle normali piogge torrenziali andando a incastrarsi sotto i ponti o peggio formando dighe posticce che, dopo aver accumulato migliaia o milioni di metri cubi d'acqua, cedono provocando delle vere bombe d'acqua? L'acqua pesa circa una tonnellata a metro cubo e, se non ha lo spazio, è impossibile fermarne la corsa. Ma la causa dei danni sono le leggi che impediscono di tornare a dragare i fiumi onde prevenire e impedire le esondazioni; in assenza di adeguati interventi, la situazione continuerà a peggiorare. Inoltre, un tempo, le coltivazioni agricole erano praticate anche in zone collinari-montuose e il terreno assorbiva le piogge. Oggi i fianchi delle colline e delle montagne sono perlopiù incolti e le abbondanti infestanti che hanno sostituito le coltivazioni, sotto il peso dell'acqua piovana, si piegano verso valle e formano enormi tetti di paglia totalmente impermeabili”.

“Stiamo parlando di un milione di litri per ogni mm di pioggia a Km quadra, altroché consumo di suolo. Per non parlare della diga di Ridracoli che sarebbe stata aperta proprio durante le piogge. Bombe d’acqua o Bombe di Balle?”

Carlo Alessi

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